Il prima e il dopo

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ottobre 9, 2012 di decreblog

“..non si sta parlando della fine della vita. Resteranno degli uomini e torneranno ad imparare a vivere” (S. Steiner – Uomo bianco scomparirai)

Ieri sera, prima di andare a dormire, abbiamo lasciato le scarpe fuori dalla porta.
Questa mattina, dopo una improvvisa pioggia, abbiamo trovato le scarpe completamente zuppe.
Chiara mi ha offerto in prestito le scarpe di Alessandro, quelle che solitamente usa per andare agli incontri di lavoro, ed ho lasciato le mie a Nicoletta, che prima di indossarle le ha asciugate col phon.
In questo scambio incrociato di scarpe (nonostante fossi ancora assonnato) forse ho finalmente letto la sintesi dello “stile WWOOF”: le cose (come le conoscenze) sono sempre a disposizione di chi ne ha bisogno.

These shoes were made for walking

Poco più tardi Alessandro ci ha accompagnato alla stazione di Montecatini Terme.
Dopo un breve spostamento su uno spartano interregionale per Firenze, ovviamente in ritardo, a Santa Maria Novella ci aspettava un comodo Frecciarossa, destinazione finale Roma Termini.
Prima di ripartire ci siamo regalati una veloce passeggiata sotto la pioggia, nel centro della città che fu dei Medici e di Dante, e che dopo tanti secoli oggi è il trampolino di lancio di Matteo Renzi, il sindaco “rottamatore” che ha deciso di cambiare la triste storia del PD.

Di fronte al Duomo ho twittato la foto di Nicoletta che saltava piena di vita.
Per un attimo ho sentito l’imbarazzo di questo gesto: l’occasione per questo veloce viaggio, che ha interrotto per un giorno la nostra esperienza in fattoria, è stata infatti la partecipazione al funerale di una Persona davvero Speciale (ne ha già parlato ieri Nicoletta in questo post).

Jump!

Jump!

Entrando a Roma, mentre attraversavamo i primi quartieri, e poi anche dopo, uscendone, felici di tornare in fattoria, ci siamo chiesti ancora cosa faremo “dopo”, quando la vita di tutti i giorni cercherà di riconquistare la nostra attenzione.
Mentre osservavo la chiesa di Mentana e i volti delle persone che partecipavano a questo ultimo saluto, mentalmente ho diviso la mia vita tra quello che è stata prima dell’incontro con Maria e quello che è stata dopo, cosa ci fosse che ancora non avevo capito del suo messaggio e quale compito devo portare avanti.

Il pensiero non mi ha più abbandonato: anche sotto la doccia, mentre l’acqua mi attraversava sciogliendo la mia stanchezza, mi sono ripetuto che in ogni istante, in ogni luogo, il prima e il dopo si contendono ciclicamente una porzione di storia.

Se non mi trovassi a pochi scalini di distanza dalle stalle degli animali, dall’orto e dagli ulivi, se dietro la parete alla quale sono appoggiato non sentissi il respiro di due bambini per i quali i genitori stanno costruendo un futuro migliore, se così vicina a me tanto da poterla baciare non ci fosse la mia Nicoletta, una vertigine più forte di me mi terrebbe inchiodato a questo pensiero tutta la notte.
Ma grazie al Cielo in questi ultimi mesi ho potuto osservare a lungo la Natura, e sento di potermi affidare alla sua capacità inesauribile di produrre una serie perfetta di risposte ad ogni “prima” e ad ogni “dopo” che dovrò impegnarmi ad ascoltare.

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