Ritorni, incontri e partenze
Lascia un commentonovembre 16, 2012 di decreblog
E’ passato solo un mese dal nostro ritorno a casa. Solo 30 giorni (o poco più) in cui siamo stati di nuovo, inevitabilmente, risucchiati nel solito vortice di orari, impegni, bollette, traffico, discussioni più o meno costruttive.
Per carità, siamo grati per il lavoro che ci permette di sopravvivere, per il tetto che abbiamo sopra la testa, l’automobile che ancora regge, i soldi per fare la spesa e le belle giornate romane che rendono questo autunno quasi una primavera, ma ormai sentiamo che il nostro percorso è altrove. E’ un richiamo profondo, insistente, che ci spinge a cercare il contatto con persone che sono più avanti di noi lungo la strada, che grazie ad una visione chiara, al coraggio e alla fortuna hanno già messo in pratica quello che per noi, ad oggi, rimane ancora IL sogno.
In questo mese abbiamo contattato altri membri dell’associazione Wwoof, stiamo cercando di fare un’altra esperienza come quella all’Orto degli Ulivi, anche se sembra davvero difficile spostarsi con i cani, che, poverini, essendo cani di città mal si adattano alla convivenza con galline, capre e altri animaletti da fattoria (leggi: li farebbero volentieri fuori e quindi non sono i benvenuti!).
Lo scorso fine settimana Marco è andato a raccogliere le olive in Sabina dai nostri amici Giacomo e Leuca ed è tornato a casa stanco, acciaccato, con le mani odorose e verdi, ma felice e bello come solo la Natura può farti diventare.
Io invece sono tornata per qualche giorno a Trieste e ne ho approfittato per andare a trovare Raffaela, una ragazza di 30 anni che conosco da quando ne aveva 3 e che ha dato vita, insieme a suo marito Michele, ad una piccola attività di apicoltura e orticoltura nelle campagne ai piedi del Collio goriziano.
E’ stato un pomeriggio in cui ho respirato di nuovo l’aria di genuina semplicità che avevamo trovato nella nostra esperienza come wwoof. Raffaela e Michele hanno tre meravigliosi cavalli islandesi che cavalcano e mettono a disposizione dei bambini della vicina scuola steineriana.
Inoltre, producono miele e propoli grazie alle arnie disseminate in diversi punti della campagna e hanno un magnifico orto da cui ricavano cibo per loro e per chi vuole acquistarlo.
In quell’orto autunnale, fra le file di finocchi, barbabietole e radicchio, al tramonto di una giornata di inizio novembre, mi sono sentita, di nuovo, avvolta dalla Natura, coccolata dai raggi del sole e dal profumo della terra. E non volevo più andarmene.