Saper fare

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ottobre 5, 2012 di decreblog

C’è un testo di Richard Sennett (“L’uomo artigiano”) che viaggia con me dall’inizio dell’estate.
Non l’ho ancora letto, ma ogni volta che lo sfoglio aprendo una pagina a caso mi imbatto in qualche pensiero interessante.
La cosa strana è che quando ho comprato il libro volevo andare a vedere cosa ci fosse di interessante oltre la parola #makers (molto usata in quel momento). Oggi invece mi intriga molto di più capire come posso rendere il mio lavoro un gesto consapevole, ma soprattutto capire quale è il gesto sul quale davvero posso definirmi “artigiano”.

Recupero di sassi per costruire una spirale sinergica

Recupero di sassi per costruire una spirale sinergica

Nel libro Sennett indaga anche sulla sinergia tra teoria e pratica, i due elementi alla base del “saper fare”, che a volte guidano gesti rituali, eseguiti una infinità di volte sino a raggiungere il loro limite: la perfezione.
Su questo le mie idee sono più chiare dopo aver trascorso qualche giorno alle prese con i lavori quotidiani della fattoria: qui si applicano i principi della permacultura e quindi la ricerca della perfetta sinergia tra uomo e Natura guida ogni scelta.

Nuove leve in fattoria

Nuove leve in fattoria

Il raccolto di mais antico 8 file per il gruppo d'acquisto

Il raccolto di mais antico 8 file per il gruppo d’acquisto

Con le mani in terra o pulendo una stalla ho pensato e ripensato a come rendere questa esperienza parte della mia personale indagine su cosa devo “saper fare” per vivere meglio.
Ascoltare i consigli di chi ci accoglie nella sua fattoria, “fare i compiti” e tornare ad eseguire dei gesti che milioni, forse miliardi di uomini hanno già eseguito prima di noi significa un poco alla volta mettere in discussione la nostra vita, il nostro percorso professionale, in poche parole la nostra zona di comfort.

Ognuno ha i suoi compiti da fare

Ognuno ha i suoi compiti da fare

E’ una opportunità che non voglio sprecare.
Anzi, voglio provare a ripetere quei semplici gesti con l’attenzione e il rispetto di un monaco tibetano che esegue i Mudra, nel rispetto di quelle generazioni che prima di noi seppero avere cura della Natura, e ricavarne solo quel poco che bastava per vivere.

Con le mani in pasta

Con le mani in pasta

M.

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